La biblioteca è per tutti?

L'interno della magnifica biblioteca Sant'Agostino a Roma

IMG_4219Siamo dentro la Biblioteca di Sant’Agostino a Roma. Fuori fiumi di turisti vocianti, una Babele serpeggiante, sfilano lungo i vicoli; dentro, silenzio assordante.Esiste un regolamento secondo il quale se sei arrivato solo per visitare la biblioteca in veste di turista ti devi fermare prima della sala di lettura. Se però io voglio entrare e sedermi a leggere un libro mio, oppure il mio e-book reader o tablet, nel quale ho tanti libri, ho bisogno di una deroga speciale. Nella deroga speciale in luogo del nome del libro ci ho scritto tablet. La bibliotecaria mi ha guardato con sospetto.

È un luogo splendido, con libri antichissimi, sistemi e schede di catalogazione che datano indietro nel tempo… provi il desiderio di sederti lì, anche se non stai cercando un uno degli antichi tomi…c’è posto, quindi ti sembra un modo per esprimere rispetto e riconoscenza per chi ha preservato quel luogo…ma il bibliotecario ti guarda male se vuoi sederti a leggere qualcosa di tuo, se poi è un tablet sei un osservato speciale.

Ma perchè? Leggere non è in sé un atto nobile da apprezzare e incoraggiare? In questa sala di lettura ci saranno 30 posti e 10 persone… perché se sono arrivata sin qui e ho provato lo slancio di sedermi a leggere in un luogo splendido mi si guarda di traverso, che non sono uno studioso di libri antichi? Perché il bibliotecario non mi accoglie a braccia aperte, che sono stata desiderosa di visitare un luogo così splendido dove pare pochi approdino tra tutti gli angoli di Roma visitabili… che importa se leggo il mio tablet? Adesso ricordo che mi stupisco quando a volte le persone parlano delle biblioteche come di luoghi “misteriosi”… Eppure ora mi sento in soggezione…poi penso, se le biblioteche e i bibliotecari fanno soggezione e paura come possono sopravvivere? 

Non è possibile che io desideri sedermi in un luogo tanto ricco di storia, senza dubbio straripante di vicende umane, per tornare indietro nel tempo ma leggere e perché no anche scrivere per conto mio?

Credo addirittura che si dovrebbero stimolare i ragazzi a venire a studiare i loro libri su questi austeri tavoli in legno massiccio, seduti su poltrone in legno e pelle sulle quali chissà che menti geniali hanno studiato, che se ti sposti un suono sordo rimbomba nel silenzio di questa sala dal soffitto altissimo, tappezzata di testi antichi, sotto la luce di lampade in bronzo, mentre i gabbiani del Tevere si richiamano fuori dalle finestre.

Forse, solo vivendo in modo moderno queste strutture, persino fermandosi qui a leggere un libro su un tablet, respirando la storia e il valore di secoli di libri, si potrà sperare di salvarle dall’inesorabile scorrere del tempo e dal triste oblio dell’accelerata vita dei tempi moderni.