Fermare la fame nel mondo: non facile, ma semplice se hai una buona idea

Fermare la fame nel mondo: Stop Hunger Now Italia

Lunedì 18 luglio sarebbe stato il compleanno di Nelson Mandela, un uomo che ha rivoluzionato il suo Paese e il mondo con un approccio volto alla pace e alla riconciliazione, e per questo premio Nobel per la pace nel 1993. Nelson Mandela che ha sempre sostenuto che il cambiamento si fa partendo dai bambini e dalla loro educazione.

E’ in quell’occasione, il Mandela Day 2016, che diversi gruppi di volontari sparsi in tutto il mondo hanno partecipato alla campagna #FollowTheSun sotto forma di Call to Action internazionale di “Stop Hunger Now”, per unire decine di migliaia di volontari nel mondo con l’unico obiettivo di sostenere l’infanzia in grave stato di emergenza e offrire loro la speranza di un futuro di diverso.

A Genova, grazie alla volontà del Console Onorario della Repubblica del Sudafrica Enrico De Barbieri il teatro dell’evento sono state le Terrazze del magnifico Palazzo Ducale, dal quale si ha uno splendida vista sulla Torre Grimaldina, un tempo detta “Torre del Popolo”.

Ma facciamo un passo indietro…
Definirle razioni di cibo è riduttivo. Limitarsi a usare i verbi”spedire” o “distribuire” è altrettanto riduttivo.
Alberto Albieri, bolognese, e la sua famiglia, fondatori di Stop Hunger Now Italia,  si sono inventati, da zero, un sistema per vincere la fame nel mondo.
Esagerazione? No, pura verità; loro punti di forza sono l’ideazione di uno specifico pasto iperproteico, il confezionamento che coinvolge volontari in modo divertente e costruttivo e l’efficienza della distribuzione.

 

Una cosa mi ha infatti stupito quando ho parlato con Alberto: non hanno ereditato il metodo, ne hanno inventato uno loro, hanno pensato a come confezionare le vitamine, a dove reperire la soia, a cosa inserire nelle razioni affinché avessero un altro valore nutritivo e un costo abbordabile.
Non esistevano le razioni così come esistono ora.
Non esisteva l’idea originale del confezionamento realizzato da persone che donano il proprio tempo e la propria energia.

Una delle frasi che non dimentico mai di Richard Romagnoli, nominato  Ambasciatore nel mondo di Stop Hunger Now, è non è facile, ma facciamola semplice…

Per confezionare le razioni è stato ideato un sistema tanto semplice quanto efficiente. Intorno a un tavolo si riuniscono 6 persone, ognuna con una cuffia in testa e guanti, ognuna con un compito: chi inserisce le vitamine nella confezione, chi tiene il sacchetto sotto l’imbuto, chi inserisce una tazza di soia o riso, chi la razione di verdure. In ogni contenitore ci stanno 4 razioni, una volta terminata la cassettina si chiama il “runner”, che porta le confezioni nel “reparto” pesatura e chiusura. Lì, intorno a un tavolo con tante bilance, si verifica il peso della razione, si aggiunge o toglie riso, si sigilla il sacchetto.

Tutto efficiente, pulito, veloce. Ma anche divertente, un modo per fare gruppo con un obiettivo, collaborare mentre si canta e si ride insieme.

Eravamo circa 30 volontari e in due sessioni da 40 minuti l’una abbiamo confezionato circa 6.500 razioni di cibo da spedire alle mense scolastiche dei paesi in emergenza umanitaria.

Nell’ultima parte della “filiera” le razioni vengono inserite nei cartoni, sui quali sono già inseriti tutti i dati che serviranno poi per la spedizioni.
La merce viene subito spedita, la distribuzione avviene attraverso filiali ad organizzazioni verificate che ne facciano richiesta, secondo un preciso sistema di priorità. In genere le organizzazioni si accollano il costo del trasporto.

C’è un’ultima cosa che desidero condividere, anche se vorrei scrivere ore di questo progetto e di questo modo di vedere il mondo.
Perchè possiamo e dobbiamo unirci a progetti come quello di Stop Hunger Now?
Perchè non avere cibo non significa soltanto morire, significa anche vivere ma non avere energia per studiare e imparare ed essere costretti a farsi sfruttare e a vivere una vita che non è nostra.
C’è una soluzione… è tutto spiegato molto bene in 3 minuti nel video Girl Effect.

 

Cosa possiamo fare quindi noi? Possiamo donare il nostro tempo come volontari, ospitare noi stessi un evento, oppure fare una donazione.


25 centesimi è quanto basta per produrre un pasto iperproteico.
Un pasto è quanto basta per motivare un bambino a frequentare la scuola.
Cibo, salute e istruzione, quanto basta per un futuro diverso.