Libera nos a plastica

Delfino e Sara

La storia di un delfino e di un ragazzo di 21 anni che ci libererà dalla plastica

Aiutiamo questo ragazzo a liberarci dalla plastica.
I nostri piccoli gesti a sostegno del suo grande progetto.

Egitto, una baia dove l’acqua è così turchese da invitarti a tuffarti immediatamente. Così facciamo. Il colore dell’acqua non è l’unico motivo del nostro tuffo. Abbiamo visto arrivare un gruppo di tursiopi, e la nostra eccitazione è grande al pensiero che potremo, se ce lo permetteranno, nuotare con loro.
Ce lo consentono, e trascorriamo diversi momenti con questi mammiferi straordinari, sia in apnea che con le bombole.
Siamo in gruppo, ma ognuno di noi vive la sua storia personale in questi istanti. Ognuno ha scattato nella sua mente meravigliose istantanee che difficilmente si sbiadiranno.

A un tratto, un enorme delfino mi si avvicina. La sua sagoma è piuttosto singolare, subito non comprendo, poi vedo che ha una malformazione alla pinna. Questo non gli impedisce, tuttavia, di nuotare in modo aggraziato. Ma c’è altro… cos’ha sul muso? Il mio cuore sussulta quando vedo che ha il muso avvolto nella plastica. Mi è accanto, si ferma di fronte a me, mi avvicina il muso, aspetta. Il cuore ora batte furiosamente nel petto, allungo la mano, sperando che non fugga spaventato… ma non fugge, aspetta che io finisca… tolgo delicatamente la borsa di plastica dal suo muso, facendo attenzione perchè si è avvolta in modo così stretto che potrei fargli male… eccola, è tra le mie mani, il suo muso è libero. Ora se ne andrà… e invece no, resta lì e muove il capo in su e in giù, di fronte a me… non mi va di attribuire agli animali sentimenti umani, ma so che qualcosa, tra di noi, sta accadendo.

Libera nos a plastica. Sara e un delfino

Oggi ho letto un articolo sull’Huffington post, parla di Boyan Slat, ragazzo olandese di 21 anni che tre anni fa ha avuto un’idea per ripulire gli oceani dalle tonnellate di plastica che li stanno soffocando, dalle isole mostruose di spazzatura che rischiamo diventino piccoli continenti. Ora che ha raccolto i fondi grazie al crowdfunding ha avviato il suo progetto, che si basa sui movimenti delle correnti naturali per raccogliere la plastica in alcuni luoghi e poi ripulire le acque. Puoi leggere una sintesi dell’idea avviata dalla fondazione Ocean Cleanup proprio nell’articolo sull’Huffington post.

La fondazione Ocean Cleanup ci ricorda che ognuno di noi può fare un passo avanti per usare meno plastica:

  • beviamo l’acqua del rubinetto anziché quella nelle bottiglie di plastica: fa bene anche alla schiena di chi in estate deve portarsi a casa fardelli e fardelli di acqua, ed è spesso buonissima – se poi è troppo pesante si può filtrare con dispositivi che hanno costi molto accessibili e costano meno dell’acqua in bottiglia;
  • riutilizziamo le borse di plastica usate per fare la spesa; troppo sottili quelle che ci danno al supermercato, si rompono subito? Usiamo quelle di tela, teniamole nella borsetta ripiegate (o teniamone un paio in tasca) e usiamo solo quelle;
  • diamo un’occhiata agli imballaggi dei prodotti che acquistiamo e prediligiamo quelli che non sprecano plastica.

Mi piace pensare che, pur se piccola, anche l’idea della bottiglia Reuse Reduce Recycle va in questa direzione…

Sara

@thuridilla